Un laboratorio di lingua dei segni italiana insieme a studenti e studentesse

AbilNova Cooperativa Sociale ha da poco terminato un progetto all’Istituto di Istruzione Superiore Don Milani di Rovereto legato alla Lingua dei segni italiana, che dal maggio 2021 è stata ufficialmente riconosciuta dal Parlamento.

Grazie all’impegno delle professoresse Rosaria De Simone, Cristina Forziati e Antonella Muschio sono state organizzate alcune lezioni con l’interprete della cooperativa Francesca Nardin, iscritta all’albo nazionale AniLis, in 3 classi quarte dell’indirizzo Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale della scuola roveretana. L’obiettivo non era naturalmente quello che ragazzi e ragazze imparassero la Lis ma che vi si approcciassero, comprendendo come le barriere comunicative siano d’ostacolo per le persone con sordità e solo conoscendo le esigenze specifiche si possa contribuire ad abbatterle e creare un ambiente il più possibile inclusivo.

Il coinvolgimento delle classi dell’indirizzo sociale può sembrare più naturale, perché spesso si associa l’aggettivo “sociale” al tema della disabilità, delle problematiche di integrazione, ecc. ma è fondamentale che chiunque si trovi ad operare in tale settore abbia conoscenze e informazioni relative alle necessità di tutte le persone e categorie per poter fornire servizi efficaci e di qualità e i ragazzi e le ragazze che hanno preso parte al progetto potranno fare da amplificazione ai contenuti appresi contribuendo a diffondere una cultura dell’attenzione all’altro, preziosa in ogni ambito di vita. È noto che ci siano numerose leggi a tutela delle persone con bisogni speciali, ma AbilNova è fortemente convinta e pienamente consapevole che l’elemento umano sia - ancora e per fortuna - quello che maggiormente può fare la differenza per rendere i contesti accoglienti e permettere un vissuto sereno a chiunque.

L’idea di questo progetto è nata anche per offrire a ragazzi e ragazze dell’istituto superiore Don Milani ulteriori elementi da poter mettere nella propria cassetta degli attrezzi affinché essa sia fornita di strumenti utili per qualunque futuro professionale essi scelgano e per aumentare in loro la consapevolezza che ogni persona può dare un contributo fondamentale per l’inclusione e l’accessibilità.

L’attività si inserisce sulla scia di progettualità da tempo attive con il professor Bombardelli, ora meritatamente in pensione, con cui negli anni scorsi si era lavorato, sempre con l’interprete LIS Francesca Nardin, con alcune classi sulla lingua dei segni. Al tempo il monte ore a disposizione delle classi coinvolte era stato maggiore e aveva portato ragazze e ragazzi partecipanti alla rappresentazione finale di due celebri fiabe, I tre porcellini e Cenerentola. Quest’anno il progetto ha cambiato natura, diminuendo le ore a disposizione per ogni classe (12 in totale), ma aumentando il numero di studenti e studentesse coinvolte e di conseguenza la ricaduta in termini di sensibilizzazione e informazione.

Durante gli incontri con l’interprete sono stati presentati il tema della sordità e dell’ipoacusia, la dattilologia, la Lingua dei segni con la sua grammatica, la sintassi e alcuni segni principali. Nardin ha presentato una serie di segni legati ad alcune categorie (cibo, famiglia, luoghi, colori, nomi, animali, ecc.) con l’obiettivo che ogni partecipante possa concludere il percorso confezionando una presentazione personale in Lingua dei segni italiana.

La preziosità di questo progetto sta nella partecipazione attiva delle nuove generazioni alla comprensione della necessità di costruire un mondo con meno barriere possibili, siano esse architettoniche, comunicative, cognitive, ecc.

I feedback raccolti da interprete e docenti sono stati estremamente positivi e coloro che hanno partecipato alle lezioni si sono rivelati sempre molto interessati e curiosi, volenterosi di ampliare il lessico appreso ad ogni incontro e stimolati a pensare strategie e soluzioni per accogliere al meglio le persone con disabilità uditiva. È stato molto interessante per le e i partecipanti scoprire come la Lingua dei segni sia legata alla cultura in cui si sviluppa e quanto sia, come tutte le lingue del mondo, in continua evoluzione su termini tecnici e specifici e neologismi per i quali è necessario individuare nuovi segni. Se è vero che il linguaggio crea il mondo che abitiamo e viceversa, lo stesso vale anche per i segni, che nascono, cambiano e si evolvono nei vari contesti in cui vengono utilizzati.

La Cooperativa auspica che il progetto, dato l’ottimo successo raccolto in questi anni, possa proseguire anche in futuro e, perché no, anche coinvolgendo altri istituti del territorio.

L’istituto superiore Don Milani ha senza dubbio fatto un investimento prezioso (economico ma soprattutto di opportunità) per i propri studenti e studentesse e va riconosciuto l’impegno e la passione delle docenti che hanno promosso questa iniziativa. Conoscere la sordità e la lingua dei segni si aggiunge a ciò che ragazzi e ragazze studiano nel loro percorso scolastico ma consente di ampliare le prospettive sul proprio futuro anche pensando a possibili sbocchi professionali sia come interpreti della lingua dei segni sia come educatori specificamente formati sulla disabilità sensoriali.

In fondo le esperienze che all’interno della scuola ragazze e ragazzi hanno occasione di vivere sono preziosi elementi che vanno ad arricchire il loro bagaglio di conoscenze e competenze, permettendo loro di trovarsi pronti ad affrontare ogni sentiero della vita.

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