occhiali da sole con lenti azzurre

Sole e vista: che impatto hanno i raggi Uv sugli occhi e come proteggerli al meglio 

Sono molti i problemi e le patologie oculari che sono strettamente correlati all'esposizione diretta e non protetta ai raggi solari. L’oculista spiega quali sono e quali precauzioni prendere 

Preoccupati di non avere il segno degli occhiali a rovinare l’abbronzatura, molti si espongono al sole senza proteggere gli occhi ignorando il fatto che, proprio come la pelle di viso e corpo, anche l’organo della vista può subire danni dovuti ai raggi Uv. Oltre a scottature sulle palpebre, possono insorgere problemi come infiammazioni, fotocheratiti o fotocongiuntiviti.  

Come il diaframma di una macchina fotografica 

L’occhio umano è una macchina meravigliosamente perfetta. “È costituita da due lenti curve, cornea e cristallino, che consentono di far convergere i raggi luminosi direttamente sul centro della retina che si chiama macula”, spiega Massimo Nicolò, responsabile del Centro Retina Medica, Maculopatie e Uveiti dell’Ospedale Policlinico San Martino Irccs di Genova. 

“Tra la cornea e il cristallino è presente un’altra struttura sfinterica, cioè ad anello denominata iride dotata di una apertura centrale, la pupilla, il cui diametro si apre o si stringe a seconda della quantità di luce presente negli ambienti, esattamente come il diaframma di una macchina fotografica”. 

Le radiazioni Uv 

I raggi luminosi che provengono dal sole sono costituiti da radiazioni elettromagnetiche di diverse lunghezze d’onda. Circa il 10% delle radiazioni luminose sono costituite dalle radiazioni ultraviolette (Uv). “Tutte le persone sono esposte quotidianamente a una certa dose di radiazioni ultraviolette, in gran parte derivanti dal sole, ma anche da fonti artificiali in campo industriale, commerciale o nel tempo libero”, prosegue Nicolò. Le radiazioni Uv coprono quella porzione dello spettro elettromagnetico con una lunghezza d’onda compresa tra 100 e 400 nanometri (nm) e si dividono in tre categorie principali: Uva (315-400 nm); Uvb (280-315 nm) e Uvc (100-280 nm). 

Sabbia e onde riflettono i raggi solari 

Da cosa dipende la ‘pericolosità’ dei raggi solari? “In generale - risponde l’oculista - la capacità di penetrazione e quindi la pericolosità per l’uomo dei raggi Uv aumenta al diminuire della lunghezza d’onda. La maggior parte dei raggi Uv che raggiungono la superficie terrestre sono Uva e, in piccola parte, Uvb, mentre gli Uvc sono totalmente assorbiti dall’atmosfera. Inoltre, i livelli di Uv sono più alti al crescere dell’altitudine (ogni 1000 m di altezza i livelli di UV crescono del 10-12%) e dell’altezza del sole (specialmente verso mezzogiorno nei mesi estivi) e al diminuire della latitudine e della nuvolosità”. 

Altri fattori ambientali che influenzano i livelli di Uv sono lo strato di ozono e la capacità riflettente (albedo) della superficie terrestre: per esempio, la neve riflette circa l’80% delle radiazioni Uv, la sabbia asciutta della spiaggia circa il 15% e la schiuma del mare il 25%. 

Il sistema di difesa ‘automatico’ degli occhi 

Ma in che modo i raggi Uv influiscono sull’occhio? “Le strutture oculari hanno la capacità di consentire il passaggio delle radiazioni luminose ‘buone’ mentre bloccano quelle più pericolose”, risponde Nicolò che aggiunge: “La cornea assorbe lunghezze d'onda inferiori a 295 nm, ma permette alle lunghezze d'onda più lunghe di raggiungere l'iride e il cristallino. Negli adulti, il cristallino dell'occhio assorbe tutte le lunghezze d'onda inferiori a 370 nm, e più del 98% delle lunghezze d'onda tra 370 e 400 nm. Questi mezzi di difesa consentono di fare arrivare alla retina i raggi luminosi privati in gran parte delle radiazioni ultraviolette. Come se non bastasse tuttavia anche la retina e in particolare il centro della retina, cioè la macula che viene quotidianamente colpita dalla luce solare ha dei potenti sistemi di difesa dall’azione nociva dei raggi Uv grazie ad una sostanza riccamente presente in particolare proprio nella macula che si chiama luteina”.  

Col tempo, i cambiamenti chimici indotti dall’assorbimento dei raggi Uv dovuti al danno diretto indotto dai raggi Uv-B e dalla foto-ossidazione indotta dai raggi Uv-A delle proteine solubili del cristallino, causano l'opacizzazione del cristallino, cioè la cataratta. Nei bambini piccoli, il cristallino può trasmettere una maggiore proporzione di lunghezze d'onda Uv più corte, permettendo a queste di raggiungere e potenzialmente danneggiare la retina. 

Fotofobia e cataratta 

L'eccessiva esposizione alla luce solare intensa può provocare un aumento della sensibilità alla luce, fenomeno noto come fotofobia. Può causare fastidio o dolore agli occhi quando ci si trova in ambienti luminosi. Ma c’è di più: l'esposizione prolungata ai raggi UV aumenta il rischio di sviluppare la cataratta, poiché i raggi possono causare danni al cristallino che si sommano nel corso del tempo. 

“L'esposizione prolungata ai raggi UV del sole – spiega il responsabile del Centro Retina Medica dell’Ospedale Policlinico San Martino Irccs di Genova - può favorire l’insorgenza della cataratta, una degenerazione del cristallino, che diventa sempre più opaco fino a compromettere la vista”.  

Pterigio e degenerazione maculare legata all’età 

Tra le conseguenze di un’eccessiva esposizione al sole anche lo pterigio: “Si tratta di un ispessimento della congiuntiva che può portare a occhio rosso e infiammato e crescere per invadere la cornea”, prosegue Nicolò che è anche Coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico dell’Intergruppo Parlamentare Prevenzione e Cura delle Malattie degli Occhi. 

Il sole può favorire anche la degenerazione maculare legata all’età? “Al momento - risponde l’oftalmologo - la correlazione è meno certa: sono stati pubblicati diversi studi epidemiologici e metanalisi su questo tema ma non è stata dimostrato un chiaro effetto causale”. 

I tumori dell’occhio 

A differenza di altre parti della pelle, l'area intorno agli occhi non viene protetta con creme solari per paura che la crema finisca negli occhi, ma è un'area molto delicata che dovrebbe essere protetta come il resto del viso, magari con una crema specifica. 

Il sole può causare un tumore agli occhi? “C’è un rischio per il carcinoma squamoso della cornea o della congiuntiva che è un raro tumore oculare, invece per quanto riguarda il melanoma oculare non ci sono prove definitive dell’effetto causale delle radiazioni solari sulla loro insorgenza”, risponde Nicolò precisando: “Il melanoma oculare può colpire varie parti dell’occhio: coroide, corpo ciliare e iride. Dagli studi epidemiologici sembrerebbe esserci una correlazione con i melanomi dell’iride e del corpo ciliare, cioè delle strutture più anteriori dell’occhio e come tali maggiormente esposte alle radiazioni Uv mentre non ci sono dati a supporto dei melanomi della coroide situati più all’interno dell’occhio anzi paradossalmente ci potrebbe essere un effetto protettivo”. 

La ‘scottatura’ dell’occhio 

Tra le patologie oculari che fanno pensare ad un nesso con il sole c’è la fotocheratite, una bruciatura della cornea che viene descritta come una ‘scottatura’ dell'occhio che può essere molto dolorosa e provocare lacrimazione e sensibilità alla luce. 

“Le fotocheratiti sono delle infiammazioni della cornea e in particolare dello strato epiteliale che è quello più superficiale”, spiega l’oculista. “Sono provocate dai raggi Uvc che sono completamente bloccati dall’atmosfera ma che sono comunemente utilizzati nelle lampade germicide. Per cui coloro che inavvertitamente permangono in ambienti dove sono attive lampade di questo tipo possono procurarsi una sorta di ‘ustione’ dell’epitelio corneale, molto fastidiosa ma che guarisce”. 

Come proteggere gli occhi 

Arrossamento degli occhi, lacrimazione, sensazione di corpo estraneo e annebbiamento visivo possono essere considerati una spia del fatto che i nostri occhi stanno subendo danni a causa dei raggi Uv. Quali misure preventive possiamo adottare per proteggerli? “Limitare il più possibile l’esposizione alla luce solare nelle ore più calde, tra le 10 e le 14 ricordando che alberi, ombrelli e tettoie non proteggono completamente dalla luce solare. Indossare vestiti protettivi: un cappello a falda larga protegge adeguatamente occhi, orecchie, faccia e retro del collo; gli occhiali da sole ad alta protezione riducono enormemente i rischi per gli occhi; abiti aderenti e coprenti offrono un’ulteriore protezione dalla luce solare”, risponde Nicolò che conclude: “Usare creme solari protettive applicandole nuovamente ogni due ore oppure dopo aver lavorato, nuotato, fatto attività all’aperto ed evitare l’uso di lampade o lettini abbronzanti, soprattutto prima dei 18 anni”. 

Irma D'Aria - 30 luglio 2024 – repubblica.it